BIOLOGICO …e Vino

“Biologico” termine usato ed abusato negli ultimi anni. Ho notato che la maggior parte dei consumatori si sente rassicurata nel vedere il bollino e pensano sia un vino Naturale (altro termine abusato), ma di fatto è realmente così ?
Senza interpretazioni poetiche ma in maniera semplice e oggettiva comprendiamo la reale tutela che offre la certificazione Biologica :

Storia
I primi movimenti che promuovono un agricoltura più sana e rispettosa hanno origini assai remote e si manifastavano in ogni parte del globo, ma il primo movimento che raggruppa più persone di vari stati e getta ufficialmente le basi per un agricoltura biologica è IFOAM (Organizzzazione Mondiale per il Movimento dell’Agricoltura Biologica) formatasi nel 1972 a Versailles in Francia.
Solo nel 1991 grazie alla lotta/spinta di IFOAM e delle varie associazioni di produttori viene finalmente varata la prima norma organica in materia, il Reg. cee n. 2092/91 che definisce il termine biologico (in inglese il termine è Organic) e da come riferimento una serie di parametri da rispettare per poter ottenere la certificazione e poter etichettare il prodotto da agricoltura biologica.
Nel 2007 viene modificato il regolamento con il nuovo Reg. ce 834/2007 e successivo applicativo  Reg. ce 889/2008, dove l’obbiettivo era quello di ridisegnare i principi generali, responsabilizzando i produttori alla sostenibilità generale dell’azienda biologica, una modifica della prospettiva sul piano culturale e non solo una certificazione burocratica con divieti e ammissioni come nel precedente Reg. 2092/91.
Tuttavia fino ad ora questi regolamenti disciplinano la produzione, la preparazione e la commercializzazione dei prodotti agricoli di origine vegetale e animale destinati all’alimentazione umana, ma per il vino il regolamento si ferma alla coltivazione nei campi della vite mentre riguardo le pratiche di trasformazione in cantina sono di fatto libere perchè la norma non le regolamenta. Esiste solo il lavoro fatto nel progetto ORWINE dal 2006 al 2009 che da vita ad una pubblicazione, il Codice di buone pratiche per la viticoltura e l’enologia biologica ma che restano istruzioni di buona norma non regolamenti o disposizioni soggette a controllo.
Nel 2012 prendendo spunto dal progetto Orwine e dopo estenuanti tira e molla l’Unione Europea finalmente emana il Reg. ce 203/2012 dove si entra nello specifico sulle norme di vinificazione parlando non più solo di vino prodotto da agricoltura Biologica ma di Vino Biologico. Purtroppo il regolamento non ottiene molto consenso da molti vignaioli, in quanto sostengono che questo regolamento è un compromesso a ribasso tra i produttori mediterranei e il nord europa e non un regolamento orientato alla massima genuinità possibile del prodotto perchè troppo permissivo.

ORA BASTA CON STORIA, REGOLAMENTI … ANDIAMO SUL PRATICO DATO DI FATTO !
AD OGGI SE ACQUISTO UN VINO BIOLOGICO, COSA POTREBBE CONTENERE ?

  • Agricoltura : Qui non posso far altro che rimandare alla normative sopra citate 834 e 889 dove trovate tutte le pratiche ammesse. Riguardo i prodotti ammessi, sta nascendo un mercato di prodotti Bio molto vasto, vedete solo l’ Elenco Fitosanitari Bio poi ci sono prodotti per concimazioni, feromoni, macrorganismi utili … (vedi allegato I pag. 34 del Reg. ce 889/2008 )
  • Pratiche enologiche : Arieggiamento/Ossigenazione/Centrifugazione/Filtrazione/Atmosfera inerte all’aria/Inoculo lieviti/Chiarifiche/Acidificazioni/Disacidificazioni/Stabilizzazioni/Autoarricchimento/Correttori vari
  • Prodotti ammessi : Aria/Ossigeno gassoso/Mosto concentrato e/o rettificato/Perlite/Cellulosa/Terra di diatomee/Azoto/Anidride carbonica/Argo/Lieviti/Fosfato diammonico/Dicloridrato di tiamina/Anidride solforosa/Bisolfito o Metabisolfito di potassio/Carbone enologico/Gelatina alimentare/Proteine vegetali/Colla di pesce/Ovoalbumina/Tannini/Caseina/Caseinato di potassio/Diossido di silicio/Bentonite/Enzimi pectolitici/Acido lattico/Acido L (+) tartarico/Carbonato di calcio/Tartrato neutro di potassio/Bicarbonato di potassio/Resina di pino di Aleppo/Batteri lattici/Acido L-ascorbico/Acido citrico/Acido metatartarico/Gomma arabica/Bitartrato di potassio/Citrato rameico/Solfato di rame/Pezzi di legno di quercia/Alginato di potassio/Solfato di calcio
    * Ci sono poi delle pratiche e prodotti che si posso utilizzare solo in certi casi specifici e solo su alcuni prodotti oltre che a eventuali deroghe in particolari annate, ma credo già questi siano più che sufficienti.

VALUTAZIONI

Positive : È ufficialmente riconosciuto e quindi verificato e certificato da organi statali per tutelare il consumatore / È un forte segnale di sensibilizzazione culturale al sostenibile in forma più ampia del solo prodotto / È più limitante riguardo l’utilizzo di prodotti puramente chimici dimostrando che non sono l’unica strada possibile
Da migliorare : Tempi,sono passati ben 25 anni dalla prima normativa… il risultato paragonato al tempo di realizzo è molto insoddisfacente / Comunicazione più onesta e trasparente nelle etichette (- bollini + informazioni utili) / Disciplinari più specifici, meno permissivi e più orientati alla massima genuinità possibile

RIFLESSIONI SEMPLICI E PERSONALI

Perchè dividere i prodotti in biologici e convenzionali ?
A me consumatore in primis piace il prodotto buono… oltre che genuino e lo devono essere tutti i vini !

Perchè non dividerlo in Artigianale e Industriale  ?
A me consumatore Italiano può interessare fare una scelta sociale di acquisto e sostenere piccoli artigiani o viceversa (vedi post sull’Artigianalità) l’artigianato in italia è spesso l’eccellenza nelle produzioni rafforziamolo sostenendolo

Perchè nel vino non è possibile mettere l’obbligo in etichetta dei prodotti utilizzati ?
A me consumatore più che acquistare vedendo un bollino che non mi dice chiaramente cosa contiene quel vino, preferirei leggere la lista ingredienti e quantità utilizzati per fare quel vino in modo da potere verificare se contiene sostanze a me non adeguate e quindi scegliere consapevolmente

In Italia patria della Cultura, dell’Artigianato, dell’Inventiva, della Bontà e Genuinità del cibo (qualità già riconosciute in tutto il mondo), l’agricoltura io credo sia il nostro campo, abitiamo in un luogo vocatissimo, possiamo produrre in maniera piu genuina di altri stati perchè viviamo in un ambiente che già ce lo permette e allora perchè non valorizziamo tutto ciò entrando nei particolari essendo trasparenti e comunicando chiaramente informazioni utili al consumatore, quanto e cosa utilizziamo. Nel mondo già ci scelgono se scoprissero da noi in maniere chiara che siamo anche i più genuini… chi ci ferma ? Secondo me nessuno ci ferma ma ci rallentano molto normative generiche, permissive, lente e non adeguate all’Italia eccellenza nel mondo.

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